Chi sono e perché chiedo il vostro voto
Sono Mariza Antonietta Giuditta Bafile, candidata alla Camera dei Deputati per la circoscrizione Europa. Sono nata in Venezuela in seno a una famiglia emigrante ed anche il mio nome parla di emigrazione. Avrei dovuto essere Marisa con s, ma in Venezuela si scrive Maritza con tz e alla fine, non saprò mai come né perché sul mio atto di nascita sono diventata Mariza con z.
Cosciente dell’importanza storica che hanno le prossime elezioni non solo per l’Italia ma per l’Europa e il mondo ho iniziato a scrivere il mio programma.
Mi sono tornati alla mente innanzi tutto i problemi con cui ci imbattiamo tutti i giorni: servizi consolari inefficienti, l’aggiornamento dell’AIRE, lo snellimento della burocrazia per le pratiche previdenziali e fiscali, il recupero di una cittadinanza che ci appartiene o di una doppia cittadinanza che ci permetta di usufruire dei diritti politici anche dove viviamo. Battaglie importanti per le quali mi spenderò se eletta. Non sono solo promesse.
Ho dimostrato con i fatti nella corta legislatura, dal 2006 al 2008, come deputata per la circoscrizione America Meridionale, il mio impegno, la mia presenza costante in Parlamento, la mia cocciutaggine, molto abruzzese e poco politica, al momento di battermi per qualcosa in cui credo.
So già che tutti i candidati, del Partito Democratico, se eletti in qualsiasi parte del mondo, ne faranno i loro cavalli di battaglia e si spenderanno per la loro risoluzione.
Allora mi sono chiesta: “perché un elettore dovrebbe votare per me?” e ho capito che la risposta è più articolata di un programma.
Chiedo di scrivere il mio cognome Bafile sulla vostra scheda elettorale per molto altro: perché non solo sono figlia di emigranti, ho iniziato a lavorare come giornalista in un giornale di emigrazione, La Voce d’Italia, fondato da mio padre più di 70 anni fa e diretto oggi da mio fratello Mauro da Madrid, ma perché credo profondamente nella ricchezza umana del nostro mondo. Noi che il mondo lo viviamo, chiediamo all’Italia quei diritti che da tempo dovremmo avere ma, ed è qui che mi voglio soffermare, ciò che considero ancora più importante è che ogni cittadino italiano capisca che non chiediamo compassione o vantaggi, ma che meritiamo rispetto perché siamo un valore aggiunto per l’Italia, per le nostre professionalità, per la nostra visione internazionale, per il ruolo che ci siamo guadagnati nei paesi in cui viviamo.
Non voglio parlare delle rimesse, che pure sono state importanti, né delle pensioni estere che ancora oggi arricchiscono l’Italia, ma di valori, di etica, di buone pratiche che già hanno sviluppato i paesi in cui viviamo e che potrebbe adottare anche l’Italia, mi riferisco all’esperienza politica positiva e negativa accumulata nei diversi luoghi del mondo.
I giovani lasciano l’Italia pur sapendo che all’estero probabilmente dovranno fare i camerieri. I perché sono tanti, le soluzioni poche.
I figli di italiani che, soprattutto dall’America Latina, vorrebbero tornare in Italia trovano scarsa accettazione e pochissimi aiuti.
L’Italia è un paese in cui i femminicidi falciano la vita di una di noi ogni meno di tre giorni e la violenza domestica e sociale colpisce una percentuale altissima di donne. E non solo, le donne hanno maggiori difficoltà a trovare lavoro, a fare carriera, ad avere una remunerazione adeguata, a contare su una rete di strutture che permetta loro di essere lavoratrici e madri e non lavoratrici o madri.
La comunità LGBTQIA+ ancora sta lottando per diritti come il matrimonio egualitario, l’adozione di figli e una legge che punisca come delitto di omofobia le aggressioni che subisce costantemente.
Il cambio climatico sta distruggendo il nostro presente e il futuro delle prossime generazioni.
È vero non sono problemi solo italiani ma è anche vero che in altri paesi, soprattutto europei, non soltanto esistono leggi che cercano di arginare la violenza, la disoccupazione, lo sfruttamento giovanile nel lavoro, i diritti della comunità LGBTQIA+, il riscaldamento globale, ma in cui quelle leggi vengono attuate.
Lottare per un’Europa unita, forte, dinamica è l’unica strada percorribile per un mondo senza differenze di genere, un mondo in cui la parola solidarietà abbia contenuto, un mondo senza la paura del diverso, un mondo green.
Se verrò eletta lotterò per i nostri diritti, come ho sempre fatto attraverso le pagine de La Voce d’Italia e come parlamentare, ma mi spenderò anche per costruire un’Europa più unita e un’Italia più giusta.
Ecco perché chiedo il vostro voto.